RECENSIONE LIBRO: Joyland di Stephen King

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Quando mi é stato chiesto dal professore di scienze di consigliargli una piacevole lettura, ho subito avuto le idee chiare su cosa non avrei scelto: un libro di scienze. Non mi é stato invece chiaro fin da subito cosa consigliargli; lui aveva suggerito un libro di fantascienza, ma l’idea giusta mi é arrivata quando mia zia mi ha regalato un libro in occasione del mio compleanno. Il libro, Joyland appunto, non mi ha ispirato fin da subito. Solo quando ho iniziato a leggerlo, ho capito che era quello il romanzo giusto, un thriller.

Joyland, scritto da Stephen King e pubblicato il 4 giugno 2013 dalla Hard Case Crime, non é uno di quei thriller che ti tiene con il fiato sospeso fin dall’inizio, ma che ti fa appassionare un po’ alla volta alle vicende di Devin Jones, prima di entrare nel clou della vicenda.
Devin Jones é un normale studente universitario, che per guadagnare un po’ di soldi lavora nella mensa dell’istituto. Quando nel 1973 decide di lavorare a Joyland, un parco divertimenti della Carolina del Nord, per la stagione estiva, la ragazza che ama lo tradisce, spezzandogli il cuore e conducendolo anche a valutare più volte l’ipotesi del suicidio.
A salvarlo dal baratro sono i suoi amici conosciuti a Joyland, Tom ed Erin, che rappresenteranno molto per il protagonista, e anche dei dipendenti a tempo pieno del parco come Lane Hardy e Madame Fortuna, grazie ai quali viene a conoscenza del mistero che grava sul l’attrazione più spaventosa del parco: il Castello del Brivido. Pare infatti che in esso si nasconda il fantasma di una ragazza assassinata nel buio dell’attrazione dal suo fidanzato, che non ha lasciato nessuna traccia oltre alla fotografie, scattate dalle sirene di Hollywood, dipendenti del parco, che lo avevano ritratto in compagnia della fanciulla e che mostravano alcuni suoi segni particolari: capelli biondi e un tatuaggio a forma di aquila sul polso. Personaggi chiave per la storia sono anche Mike, un ragazzino che soffre di distrofia di Duchenne, destinato a morire, e Annie Ross, sua madre, di cui Devin finirà per innamorarsi.

Un libro carino, appassionante e a tratti provocante. Peccato per un finale da cui ci si aspettava certamente di più, una delle poche pecche di quest’opera King.

VALUTAZIONE: 4/5

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